Un amico da Bergamo

Cari trashini,

la canzone dialettale con la più grande tradizione è quella napoletana. Ma non sono mai mancate espressioni musicali in altri dialetti: pensate agli stornelli romani, ai canti sardi, alle ballate romagnole, alle canzoni siciliane.

Il dialetto è spesso il modo migliore per raccontare il territorio in cui si vive. In questo caso, infatti, l’utilizzo di un linguaggio universale dà infatti un carattere quasi giornalistico a quello che si racconta, mentre l’utilizzo della lingua propria di quel territorio ne indica pieno coinvolgimento.

Questo è stato da principio molto chiaro a Tiziano Incani,  che nel 2002 si inventa il personaggio del Bepi (al Nord, Bepi è il diminutivo di Giuseppe). Look tipico del personaggio medio che si aggira tra i bar del bergamasco (folta capigliatura bionda ed occhiali scuri), il Bepi racconta il mondo orobico, non senza ironia. Potremmo definire il Bepi come l’equivalente bergamasco, per esempio, di un Tony Tammaro. Il principio è lo stesso: ci si identifica nel personaggio del posto, di carattere estroverso e sopra la righe, e si racconta la propria città dal suo punto di vista. Il vantaggio di questa operazione è duplice: aiuta a conoscere meglio il posto in cui si vive e ne mette alla luce ironicamente i difetti. Chi capisce, si diverte.

Nel caso del Bepi, inoltre, anche chi non capisce può apprezzare. E questo grazie anche al fondamentale apporto del gruppo The Prismas, che crea interessanti arrangiamenti di qualsiasi genere musicale: passiamo dal rock al folk, dalla canzone classica al metal.

 

Comunque chi ci può spiegare meglio il Bepi se non il Bepi stesso? Lo abbiamo così contattato, e gli abbiamo posto le seguenti domande.

 

Nella tua produzione musicale, hai toccato qualsiasi genere. C’è n’è uno in particolare che preferisci?

 

Ohibò… non saprei. Come tutti vado molto a umore, a momenti. Ultimamente mi piace parecchio il nu-country, ma posso trovare un perché in cose davvero distanti tra loro: dallo jodler tirolese al metal più pesante. Posso forse dirti che, però, di solito non amo molto quel che sta in mezzo. Quel pop/rock non ben definito, per esempio, pur avendo magari un grosso riscontro commerciale, a me dice poco.

 

C’è qualche artista a cui ti ispiri o che ti ha ispirato particolarmente? Io noto per esempio un’influenza di Elio e le Storie Tese (eclettismo musicale, testi ironici, ed il complessino ha anche spesso fatto ricorso al dialetto).

 

Beh, qualcosina di Elio posso averla, certo. Mi piace la finezza musicale, magari spesso sfuggente persino ai più. Gli Elio E.L.S.T., però, sono un po’ più scurrili di noi e di sicuro molto meno locali, non solo come parlata, ma anche come situazioni descritte. Difatti ciò che noi raccontiamo, in ambito nazionale, sfugge, credo, più a livello di concetto che non a livello di lessico.

Non credo ci sia qualcuno a cui veramente mi ispiro. Mi si accosta spesso a Van de Sfroos, ma credo lo si faccia più perché al Nord la musica dialettale sta iniziando solo ora a fare i primi, veri passi importanti e di certo il primo, grosso nome che viene in mente è il suo.

Io mi sento una sorta di neo-realista, di impressionista, come un fotografo che usa le parole al posto della macchina fotografica. Non ho mai visto nessuno trasportare in musica la realtà in una maniera così ardita: sono capace di musicare persino le esitazioni nel parlare, persino l’interrompere una frase per riprenderla da capo cercando di dirla meglio, tanto per fare un esempio.

 

Nelle tue canzoni, Bergamo non è solo nell’uso del dialetto ma soprattutto in ciò che racconti. Come pensi di esportare la tua musica ed i tuoi testi al di fuori dell’universo bergamasco?

 

Bella domanda. Potrei usare l’italiano (come facevo già in passato) per raccontare certi mondi, senza perdere le mie caratteristiche vincenti, ma ce la farei?. In alternativa posso sperare che accada il miracolo di un interessamento curioso e nazionale a un prodotto così particolare come il mio.

Spiace, ammettiamolo, constatare come a me venga rinfacciato continuamente il fatto di non poter essere capito lontano da qui. A Kylie Minogue o a Lady Gaga si fanno le stesse rimostranze? Qualcuno di voi mi sa dire, così su due piedi, di che parlano le loro canzoni?

Per ora mi accontento della macchia d’olio che si espande, lentamente, ma continuamente, ben al di là dei confini BG.


E’ di qualche mese fa la notizia di un tuo invito alla festa del Primo Maggio a Brescia. Essendo tu un convinto tifoso dell’Atalanta, ed avendo dedicato più di una canzone alla tua squadra del cuore, quest’invito ha suscitato le polemiche degli ultras bresciani. Come è andata a finire?

 

E’ andata a finire che hanno vinto gli Ultras, come sempre accade, con l’arma della demagogia e dell’intimidazione. Diciamolo: questa gente ci comanda, a Bergamo come a Roma, e lo fa senza che sia stata investita legalmente di alcun potere. Già la cosa in sé dà parecchio fastidio, ma è ancora peggio vedere come in parecchi ambienti "per bene" la si tolleri tranquillamente. I giornali, per esempio, sono stati più attenti a sfruttare la notizia per trovare una nuova polemica che non a dare una mano a me e a tutti affinché il buon senso vincesse. Ignobili e codardi…

 
Domanda politica. Abbiamo visto il Bepi sia alle feste della Lega Nord che a quelle del PD. Com’è possibile ciò?

 

E’ possibile perché io non mi rispecchio pienamente in un simbolo preciso. Non mi schiero, non per convenienza, ma perché penso davvero che la mia proposta possa essere trasversale. Non mi si chiedano slogan dal palco, si preservi la mia libertà di espressione! Per il resto, quando si ha a che fare con persone intelligenti, gentili e disponibili, a me di che colore politico siano interessa poco.

 

La produzione musicale del Bepi inizia con il “Bepi Jouer”, parodia in bergamasco dell’arcinoto “Gioca Jouer” di Cecchetto. Seguono molti altri pezzi interessanti, che invitiamo ad ascoltare, magari leggendone il testi tradotto in italiano dal suo sito www.ilbepi.com. Tra i più interessanti, segnaliamo “Co’ de goma” (Testa di gomma) e “Disco Sexy bar”, che descrivono contesti esportabili anche al di fuori del mondo bergamasco, come il traffico e i locali hard. Da ascoltare anche il rock di denuncia “Cosa ga det drè ai terù?” (ovvero “Perché continui a dare addosso ai meridionali?”), che evidenzia come “monnezzopoli” non sia un fenomeno tipico del Sud. Di pregevole qualità anche i pezzi sportivi, come l’omaggio al ciclista “Falco Saòldel” (ovvero Paolo Savoldelli) ed alle bandiere dell’Atalanta “Massimo Carrera” (sulle note di “Maledetta primavera” di Loretta Goggi) e “Cristiano Doni” (trascinante rock, a cui partecipa anche il giocatore stesso).

Qui ascoltiamo il gradevole country “Kentucky”, riguardante un americano che si trasferisce nel bergamasco e ne evidenzia le differenze.

 

 

Ma cosa pensa il Bepi della musica trash? Gli abbiamo posto un paio di domande a riguardo.

 

Chi è il cantante/canzoni italiano che consideri più trash?

 

Tra chi si autodefinisce trash sicuramente Leone di Lernia. A volte autoproclamarsi tali parrebbe salvare la propria produzione dallo squallore. Ma trash non significa "spazzatura"? Come si fa ad andare fieri di fare "spazzatura"? 

Tra chi, invece, fa cose serie nelle intenzioni e "trash" nel risultato… mah, non saprei. Mi vengono in mente certi gruppi di liscio, che provano a cercare testi impegnativi, ma che rasentano davvero il grottesco.

 

Conosci la musica neomelodica partenopea? Se sì, che opinione ne hai?

 

Poco. Ho la visione un po’, appunto, "trash" che può arrivare qui. Credo che rappresenti un mondo comunque affascinante perché espressione precisa di un modo di vivere che appartiene a una comunità. In un certo qual modo posso anche trovare delle somiglianze con quel che faccio io. E’ una cosa che, forse, può capire davvero solo chi la vive "in loco" e che quindi la sa collocare in un contesto che sia più ampio di un semplice canale televisivo, nel quale ci si può imbattere per qualche minuto facendo zapping.

 

 

Sottoscriviamo in pieno. E giovedì cercheremo ancora una volta di capire Rino Chiangiano, Valentino e la Piccola Anna, nonché Valentina, che si affronteranno nella finale per il terzo e quarto posto.

 

Stay tuned!

Pubblicato 13 settembre 2010 da trashcup in Musica